Parco Archeologico Religioso CELio

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sabato, aprile 13, 2013

TESTI E MASSIME DI GREGORIO MAGNO PAPA

"E' necessario che il pastore d'anime stia ben in guardia dalla bramosia di piacere agli uomini, affinché, quando si impegna nell'approfondire le realtà dello spirito o elargisce in modo provvido degli aiuti materiali, non cerchi l'amore dei sudditi più della verità (ne magis a subditis diligi quam veritatem quaerat). E quando, sostenuto dalle buone opere, appare estraneo al mondo, l'amor proprio non lo renda estraneo al Signore. E' infatti nemico del Rendentore chi, a motivo delle opere giuste che compie, brama di essere amato dalla Chiesa invece che da Lui, macchiandosi così nel pensiero, di adulterio, come se il servo che lo sposo manda a portare doni alla sposa, volesse piacere agli occhi di lei (hostis namque redemptoris est, qui per recta opera quae facit, eius vice ab Ecclesia amari concupiscit, quia adulterinae cogitationis reus est, si placere puer sponsae oculis appetit, per quem sponsus dona transmisit)...Non c'è nessuno che viva in modo da non cadere in qualche colpa. Desidera dunque essere amato più della verità chi pretende contro l'evidenza, che nessuno gli debba perdonare qualcosa (ille se ipso amplius veritatem desiderat amari, qui sibi a nullo vult contra veritatem parci)...I pastori d'anime devono desiderare di essere graditi agli uomini per attirare, con l'amabilità della stima di cui godono, i fratelli ad amare la verità, e non per il piacere di essere amati ma per rendere la loro amabilità come una strada attraverso cui condurre il cuore degli altri all'amore verso Dio...Chi presiede deve dunque far in modo di essere amato per riuscire ad avere ascolto e, tuttavia, non cercare un affetto rivolto a sé, per non essere trovato in ostilità nella segreta bramosia di potere del suo pensiero, nei confronti di colui al quale sembra servire nel ministero assunto (debet ergo qui praeest, et studere se diligi, quatenus possit audiri, et tamen amorem suum pro semetipso non quaerere, ne inveniatur ei cui servire per officium cernitur, occulta cogitationis tyrannide resultare)" (Regola Pastorale, Parte seconda, cap. X, passim, pp. 69-71).

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