Parco Archeologico Religioso CELio

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mercoledì, aprile 24, 2013

TESTI E MASSIME DI GREGORIO MAGNO PAPA

"Ci siamo dati agli affari terreni e non c'è armonia tra l'onore che ci fu conferito e l'immagine che diamo di noi stessi col nostro ministero (aliud ex honore suscepimus, atque aliud officio actionis exhibemus). Abbandoniamo i compiti della predicazione e, per quel che vedo, siamo chiamati vescovi a nostra condanna (ad poenam nostram episcopi vocamur), avendo solo il titolo connesso con l'onore, non i meriti. Le anime a noi affidate abbandonano infatti la fede e noi restiamo in silenzio (Relinquunt namque Deum hi qui nobis commissi sunt, et tacemus); giacciono nell'iniquità e non tendiamo la mano per correggere; si macchiano ogni giorno di molte colpe e assistiamo inerti al loro procedere verso l'inferno. E però, come possiamo intervenire sulla vita degli altri, se trascuriamo la nostra? (quando nos vitam corrigere valeamus alienam, qui negligimus nostram?) Catturati in ansie terrene, diventiamo tanto più insensibili nell'intimo quanto più ci mostriamo attenti agli affari di questo mondo (tanto insensibiliores intus efficimur, quanto ad ea, quae foris sunt, studiosiores videmur). Sempre immerso nelle preoccupazioni terrene, l'animo si fa insensibile ai desideri celesti, e mentre incallisce in questa condizione per il continuo contatto col mondo, diviene cieco ai valori dell'amore di Dio (quae pertinent ad caritatem Dei)...Posti a custodire le vigne non abbiamo affatto cura della nostra, perché implicati negli affari terreni, abbandoniamo i compiti del nostro ministero....Spesso - e questo è ancora più grave - i sacerdoti che dovrebbero elargire le proprie sostanze sfruttano quelle altrui (sacerdotes qui propria dare debuerant, etiam aliena diripiunt) mentre deridono quanti vivono con umiltà e temperanza. Immaginate che fine faranno le greggi, se i pastori si mutano in lupi! (Considerate ergo quid de gregibus agatur, quando pastores lupi fiunt)". (Le Quaranta Omelie sui Vangeli, I, XVII, 14, Città Nuova Editrice, Roma 1994, pp.213-215).

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