Parco Archeologico Religioso CELio

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sabato, maggio 04, 2013

TESTI E MASSIME DI GREGORIO MAGNO PAPA

"Il Figlio unigenito incarnato, nel quale la natura umana soggetta al dolore poteva essere vista mentre restava invisibile la sua divinità (et caro passibilis videri posset, et divinitas impassibilis videri non posset)...trattenne come un amo le fauci del mostro pronto a inghiottire l'esca dell'umanità che il divoratore bramava. La divinità, che lo avrebbe ucciso rimase invece nascosta durante la passione e così il mostro fu catturato con l'amo della carne del Figlio, perché mentre cercava in esso l'esca del corpo fu trafitto dall'ago della divinità (dum in illo appetit escam corporis, trasfixus est aculeo divinitatis). Nel Figlio incarnato c'era infatti l'umanità per attirare a sé il divoratore, e la divinità per trafiggerlo; l'esteriore debolezza per illuderlo, e la potenza nascosta, che ne avrebbe trafitto le fauci nell'atto di ghermire. Fu quindi preso all'amo perché morì nel tentativo di mordere (In hamo igitur captus est, quia inde interiit, unde momordit). Esercitava il suo potere sui mortali e ne restò privo, perché osò aggredire - per ucciderlo - l'Immortale su cui egli non aveva alcun dominio (perdidit: quia eum, in quo jus non habuit, morte appetere immortalem praesumpsit)" (Le Quaranta Omelie sui Vangeli, II, XXV, 8. Città Nuova Editrice, Roma 1994, p. 323). 

Dedico questo testo ai miei carissimi amici delle Chiese Orientali che, durante la Divina Liturgia di questa notte  della Santa Pasqua, sentiranno cantare un tropario antichissimo utilizzato dalla Grande Chiesa con questi stessi riferimenti simbolici.

<CRISTO E' RISORTO! E' VERAMENTE RISORTO! ALLELUIA!>

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