"Come non vogliamo che alcuno sia condannato senza processo, così non permettiamo che quanto si è stabilito venga per nessun pretesto differito (Sicut sine iudicio quemquam nolumus condemnari, ita quae definita fuerint nulla patimur excusatione differri)".
(Lettere, IX, 4. Città Nuova Editrice, Roma 1998, p.107).
Un altro chiaro esempio di sapienza antica tutt'altro che superata, che si dimostra di un'attualità quasi incredibile!
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