Parco Archeologico Religioso CELio

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lunedì, novembre 18, 2013

TESTI E MASSIME DI GREGORIO MAGNO PAPA

"Ci è stato riferito che il vescovo Mariniano fa leggere pubblicamente nelle veglie il mio Commento a Giobbe. La notizia non mi ha fatto piacere, perché quella non è un'opera popolare e negli ascoltatori impreparati potrebbe produrre più danno che vantaggio spirituale (non grate suscepi, quia non est illud opus populare et rudibus auditoribus impedimentum magis quam provectum generat). Digli piuttosto che nelle veglie faccia leggere i Commenti dei salmi, che spiegano, soprattutto ai secolari, in cosa debba consistere una buona condotta (dic ei ut commenta psalmorum legi ad vigilias faciat, quali mente saecularium ad bonos mores praecipue informent). Né voglio che, finché sono in vita, si faccia conoscere facilmente ad altri quel che mi è capitato di dire. Mi è dispiaciuto, per esempio, sapere che il diacono Anatolio ha dato al signor imperatore, su sua insistenza e comando, la Regola Pastorale, tradotta in greco dal mio carissimo fratello nell'episcopato Anastasio di Antiochia. Mi è stato anche riferito che gli è piaciuto molto (ei valde placuit). A me è dispiaciuto molto invece constatare che si occupi di cose così insignificanti chi ha a disposizione cose molto migliori (sed mihi valde displicuit, ut qui meliora habent in minimis occupentur)". 

(Lettere XII, 6. Città Nuova Editrice, Roma 1999, p. 183).

L'apprezzamento di Gregorio era dunque già molto grande durante la sua stessa vita se dei Vescovi, e perfino l'Imperatore,  si premuravano di imparare dalla sua sapienza e di farla conoscere.

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