"Quando l'anima soffre da parte del nemico, il discernimento della ragione ritorna sempre allo spirito (rationis discretio semper ad animum redit) e annunzia per così dire che esso solo è riuscito a scampare, esso che presso di sé può valutare con lucidità che cosa ha dovuto sopportare. Nella perdita di ogni altra cosa, uno solo ritorna a casa: nel turbamento causato dalla tentazione, il discernimento ritorna alla coscienza (turbatis in temptatione motibus discretio ad conscientiam recurrit); così ciò che l'anima si rende conto di aver perduto nelle improvvise incursioni, lo riscopre nella compunzione che la affligge (ut quod repentinis incursibus praeoccupata mens perdidisse se pensat, hoc compunctionis studio afflicta recipiat)".
Commento morale a Giobbe, I, II,73. Città Nuova Editrice, Roma 1992, p.223.
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