"Il nostro Redentore sa raccogliere con mano davvero forte chi viene disprezzato da chi cerca la gloria del mondo e lo converte al suo amore (Redemptor noster veraciter manu forti nonnunquam quos deceptos a mundi gloria reperit et in suo amore convertit). Lo nutre, perché lo ristora con la scienza della Parola (cibo pascit quia verbi scientia reficit), lo sceglie come guida nel cammino (ducem itineris eligit), perché lo costituisce anche suo predicatore (suum etiam praedicatorem facit)... e colui che il mondo ha abbandonato, perché non all'altezza dei suoi criteri, una volta convertito, non solo accoglie il Signore nella sua mente ma, con la parola della predicazione, diviene capace di introdurlo anche nel cuore degli altri (non solum conversus in sua mente Dominum recipit, sed praedicando hunc etiam usque ad aliena corda perducit)".
Commento morale a Giobbe, I, V, 73. Città Nuova Editrice /1, Roma 1992, p.461.
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