"Rispettando la verità storica, mi
sono proposto di esaminare in senso mistico le parole del beato Giobbe e dei
suoi amici (Servata historiae veritate beati Iob dicta amicorumque illius
mystica proposui interpretatione discutere). Per quanti sono ben informati,
è chiaro che la Sacra Scrittura si preoccupa in tutti i suoi riferimenti di
promettere il Redentore del mondo e si è applicata a indicarlo profeticamente
attraverso tutti i suoi eletti, cioè i suoi membri. Perciò lo stesso beato
Giobbe è chiamato in latino (dolens) per
raffigurare e col nome e con le ferite la passione del nostro Redentore, di cui
il Profeta dice: Davvero egli
si è caricato delle nostre sofferenze e si è addossato i nostri dolori (Is
53,4)... E così mi sono proposto di riprendere brevemente queste
cose...sotto il profilo mistico affinché il mio lettore si ricordi, per questa
ripetizione, che in quest'opera mi sono applicato all'intelligenza spirituale (breviter
studui ex mystica designatione succingere, ut lector meus ex ipsa hac
replicatione meminerit me in hoc opere spirituali intellectui deservire)".
Commento morale a Giobbe, II, VI, 1. Città Nuova Editrice/1. Roma
1992, p. 475.
E' importante non dimenticare mai questo
principio ermeneutico generale che caratterizza l'intero Commento morale a Giobbe del nostro Gregorio Magno!
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