"Con ragione la semplicità dei giusti è definita lampada, una lampada disprezzata (iusti simplicitas et lampas esse dicitur et contempta). E' una lampada, perché splende interiormente; disprezzata, perché la sua luce non è notata estriormente. Dentro arde la fiamma della carità, fuori non splende alcuna bellezza che attiri lo sguardo (Intus ardet flamma caritatis, foris nulla gloria resplendet decoris). Perciò splende ed è disprezzato chi ardendo di virtù è considerato abetto. Le mentalità carnali sono capaci di valutare soltanto quello che vedono dal loro punto di vista"
Commento morale a Giobbe, II, X, 51. Città NUova editrice/2, Roma 1994, p.183.
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