"La maggior parte dei giusti, quando vedono la condotta indegna di certuni che meritano duri rimproveri, assumono l'asprezza sulla lingua, ma nascondono sotto la lingua la bontà de loro animo.
(Plerique iustorum, cum quosdam agere perverse conspiciunt, qui duris sunt increpationibus feriendi, in lingua asperitatem sumunt, sed sub lingua mentis suae benignitatem contegunt)".
Commento morale a Giobbe, III, XV, 13. Città Nuova Editrice/2, Roma 1994, p.441.
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