"Agli ignudi e a colro che vanno senza vesti e agli affamati tolsero le spighe (Gb 24,10)....Alcuni che, riconoscendo la colpa della loro scelleretezza, si affrettano a saziarsi del pane della giustizia e desiderano ricevere le parole della Sacra Scrittura...gli eretici portano via le spighe e perciò se ne vanno via nudi senza vestirsi e affamati...ma se un giorno sentono il desiderio di ritornare alla penitenza e anelano al pascolo della parola...E non a caso diciamo che le spighe raffigurano le sentenze dei Padri, perché spesso, quando questi si esprimono sotto forma di simboli, noi togliamo il velo della lettera, come si toglie la paglia dalle spighe, per ristorarci con il midollo dello Spirito (Nec immerito spicas signare patrum sententias dicimus, quia dum saepe per figurata eloquia proferuntur, ab eis tegmen litterae quasi aristarum paleas subtrahimus, ut medulla spiritus reficiamur)".
Commento morale a Giobbe, III, XVI 66. Citta Nuova editrice/2, Roma 1994, p.559.
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