"Conosciamo
nel progresso interiore
quel che abbiamo ricevuto
nel limite esteriore
quel che noi siamo
(Cognoscimus
in interiore profectu
quid accipimus,
in exteriore defectu
quid sumus)".
Commento morale a Giobbe, IV, XIX, 12. Città Nuova Editrice/, Roma1997, p. 33.
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