"Noi piangiamo di autentica compassione per chi è afflitto quando consideriamo nostri i mali altrui e cerchiamo di purificare con le nostre lacrime le colpe di chi sbaglia. E quando facciamo così, di solito troviamo più vantaggio noi di quelli che intendiamo aiutare, poiché davanti a colui che legge nei cuori e ispira la grazia della carità, chi piange sinceramente le colpe altrui lava perfettamente le proprie (apud intimum arbitrem et gratiam caritatis aspirantem, commissa perfecte diluit propria, qui pure plangit aliena)".
Commento morale a Giobbe, IV, XX, 71. Città Nuova Editrice/3, Roma 1997, pp159-161.
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