"Il beato Giobbe, che nelle virtù superava la comune degli uomini, vinceva gli amici con la sua parola, ma quando fu ammaestrato in modo più sublime dalla parola di Dio, conoscendo se stesso, si ridusse al silenzio.
(Beatus Iob humanum genus virtutibus transiens, amicos loquendo superavit, sed loquente Deo, sublimius eruditus, semetipsum cognoscendo reticuit)".
Commento morale a Giobbe, VI, XXXII, 1. Città Nuova Editrice1/4, Roma 2001, p.347.
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