"Dio, temperando misericordiosamente le parole della sua Scrittura (scripturae suae verba misericorditer temperans Deus), ora ci atterrisce con aspri incitamenti, ora ci incoraggia con dolci consolazioni, e mescola il terrore agli incoraggiamenti e gli incoraggiamenti al terrore, sicché, contemperando con mirabile arte magistrale una cosa con l'altra, non ci accada di essere né disperatamente atterriti né incautamente sicuri (ut dum circa nos utrumque mira magisterii arte temperatur, nec desperate inveniamur territi, nec incaute securi)".
Commento morale a Giobbe, VI, XXXIII, 14. Città Nuova Editrice1/4, Roma 2001, p.429
Nessun commento:
Posta un commento