"Non riesce a praticare l'umiltà, quando è al potere,
chi non ha smesso di rodersi nell'orgoglio
nei tempi in cui occupava gli ultimi posti.
Né può sottrarsi alla lode quando è a portata di mano,
chi si è abituato ad anelarvi quando non gli era rivolta.
(Nequaquam valet in culmine humilitatem discere,
qui in imis positus non desiit superbire.
Nescit laudem cum suppetit fugere,
qui ad hanc didicit cum deesset anhelare)".
Regola pastorale I, 9. Città Nuova Editrice, Roma 2008, p.27.
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