"Vi fu un uomo di vita santa, Benedetto di
nome e per grazia. Ancora nella prima età, egli già possedeva un cuore
maturo (ab ipso pueritiae suae tempore cor gerens senile) e mai
si diede a piaceri eccessivi (nulli animum voluptati dedit),
anticipando l'età adulta per la gravità del suo tenore di vita. Infatti, pur
potendone liberamente godere nella vita presente, considerò il
mondo come fiore inaridito (despexit iam quasi aridum mundum
cum flore). Nato in provincia di Norcia da famiglia di elevata
condizione sociale, fu mandato a Roma per dedicarsi agli studi umanistici.
Tuttavia, appena si accorse che molti suoi compagni deviavano per le strade del
vizio, subito ritrasse il piede dalla soglia di quel mondo (quem
quasi in ingressum mundi posuerat retraxit pedem), per non precipitare
anch'egli totalmente in quell'orrido abisso, sia pure soltanto accostandosi
agli studi profani. Tralasciata così la formazione letteraria, abbandonata pure
la sua casa con i beni paterni, desideroso di piacere unicamente a
Dio (soli Deo placere desiderans), cercò l'abito santo
della vita monastica. Si ritirò dunque dal mondo, consapevolmente
ignaro e sapientemente ignorante (recessit igitur scienter
nescius et sapienter indoctus) " (Dialoghi II,
1, Città Nuova Editrice, Roma 2000, p.137)
Il 21 di marzo, è il giorno della morte
(il cosiddetto <transitus> o passaggio al Paradiso) di
San Benedetto da Norcia. Si diceva una volta: <San
Benedetto, rondine sotto il tetto> accostando il <dies natalis>
di questo santo, famosissimo in Europa, all'inizio della primavera.
Le uniche notizie che abbiamo di questo santo ce le fornisce
però Gregorio Magno che ha fatto di Benedetto
il modello per eccellenza del monaco cristiano che sceglie di
vivere nella solitudine "consapevolmente ignaro e sapientemente
ignorante" per trovare la sua gioia unicamente in Dio: <soli
Deo placere desiderans>.
Al di là di ciò che può apparire come un pessimismo
eccessivo nei confronti dei valori mondani, al quali oggi si accosta facilmente
il Medioevo, la scelta di Benedetto fu di fatto l'inizio di un'epoca
nuova della storia dell'intero Occidente.
I
suoi monasteri <benedettini>, sparsi in tutta l'Europa,
e abitati da giovani e meno giovani che intendevano imitarlo nel suo
intento di <piacere a Dio e a nessun altro> divennero infatti veri e
propri centri di rimescolamento di valori antichi e nuovi
che, lentamente, avrebbero prodotto la nuova civiltà occidentale.
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