"Quando a Dio onnipotente piacque manifestare agli uomini
la vita esemplare di Benedetto, perché la lucerna posta sul candelabro
illuminasse tutti quelli di casa (ut posita super candelabrum lucerna
claresceret, quatenus omnibus qui in domo sunt luceret), apparve in
visione ad un prete che abitava un poco più distante. Questi aveva preparato il
suo pasto per la festa di Pasqua. Il Signore gli disse in visione: <Tu
hai pronto un buon pranzo, mentre il mio servo che sta in quel luogo deserto, è
tormentato dalla fame> (Tu tibi delicias praeparas, et servus
meus illo in loco fame cruciatur) . Il prete subito si alzò e si
diresse in quello stesso giorno di Pasqua verso la località indicatagli,
portando con sé le vivande che si era preparate. Cercò l'uomo di Dio per
dirupi, per valli ed anfratti, e finalmente lo trovò nascosto nello speco (quaesivit,
eunque latere in specu repperit).
Pregarono insieme benedicendo il Signore e sedettero in dolce
conversazione sulla vita del cielo; poi il prete che era venuto disse a
Benedetto: <Alzati, e prendiamo cibo, perché oggi è Pasqua> (Surge,
sumamus cibum, quia hodie Pascha est). <So che è Pasqua -
rispose l'uomo di Dio - perché ho potuto vedere te!> (Scio
quod Pascha est, quia videre te meui). Egli infatti, lontano com'era
dal consorzio umano, non sapeva che in quel giorno ricorreva la solennità
pasquale. Il santo prete però insistette: <Oggi è proprio il
giorno della Risurrezione del Signore; non è bene per te digiunare (Veraciter
hodie resurrectionis dominicae paschalis dies est. Abstinere tibi minime
congruit), ed io ti sono stato inviato appunto per questo,
perché insieme ci nutriamo dei doni del Signore onnipotente> (et
ego ad hoc missus sum, ut dona omnipotentis Domini pariter sumamus>.
Mangiarono dunqe, benedicendo il Signore. Terminato il pasto e il colloquio, il
prete fece ritorno alla sua chiesa" (Dialoghi, II, 1,6-7, Città
Nuova Editrice, Roma 2000, p.141).
Un testo che ovviamente va contestualizzato ai tempi in cui
scriveva Gregorio, ma che è di un'attualità sconcertante. Basterebbe considerare
l'eremita Benedetto come una di quelle <pecore> di periferia che
Papa Francesco ha sollecitato i Parroci Romani di andare a cercare con tutte le
loro forze e a frequentarle tanto da farsi contaminare dal loro <odore>!
E comunque è un modo straordianariamente appropriato, per un
cristiano, di celebrare la Pasqua di Risurrezione!
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